Fulvia Zambon

Fulvia Zambon descrive il suo lavoro con parole che sembrano riferirsi più ad un ritratto dell’anima che a una dichiarazione di poetica, ritratto che con mano sapiente trasferisce su grandi tele sulle quali bambini con aria attonita, talvolta sorridenti, si rincorrono a bordo di improbabili veicoli in paesaggi illuminati da astri dall’aureola blu, come in “traveling with the cat in a trap”, oppure come in “christmas”, mostrando menomazioni alle quali sembrano non dar peso, attendono l’evento accanto all’albero dipinto a loro immagine e somiglianza.
Fulvia Zambon dice: "Il tema del mio lavoro e' una strana infanzia, ho sempre dipinto bambini, prima interagivano con adulti ora gli adulti sono temporaneamente scomparsi.
Questi bimbi vivono in un luogo immaginario, un limbo di cui fino ad ora non si conosceva l'esistenza, vi sono carrozzine, che sono i loro letti, i loro gusci, le loro case, i loro mezzi di trasporto; un qualche fatto accidentale non gli ha permesso di condividere l'esistenza dei bimbi fuori, a un certo punto sono usciti dalla scena o forse in questa non sono mai apparsi, a volte il loro corpo non e' intero, hanno subito qualche mutilazione nel corpo e nello spirito.
Non sono infelici, hanno un posto tutto per loro e comunicano fra di loro. I loro oggetti preferiti sono le ruote, i rami d'albero, i drappi, i fiocchi, qualche lastra di vetro, cose comuni.
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Notizie

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